Viaggi e natura dopo un intervento

Il ritorno alla normalità dopo il Covid implica il ritorno ad attività che avevamo iniziato a considerare fuori dall’ordinario, come i viaggi, o come gli interventi chirurgici elettivi (per cui programmati e non effettuati in regime di urgenza).

In tanti vogliono sapere come comportarsi nel momento della ripresa da un’operazione chirurgica che preveda una convalescenza: si può viaggiare? Si può passare del tempo a contatto con la natura incontaminata? Siamo qui per rispondere a queste domande!

Sì alla natura, no agli sforzi

I chirurghi in genere sconsigliano di viaggiare prima che siano trascorse sei settimane da qualsiasi intervento si sia subito; anche dopo quel lasso di tempo, è bene tornare a fare sforzi fisici con gradualità, d’altra parte, è risaputo come passare delle ore a contatto con la natura acceleri la convalescenza!

Per far quadrare il cerchio, un suggerimento diverso dal solito centro benessere è quello di prenotare presso uno dei rifugi di nuova generazione che stanno prendendo piede anche in Italia. In buona sostanza, si tratta di alberghi di alto livello con poche stanze e la possibilità di effettuare trattamenti relax: un caso evidente di… due piccioni con una fava.

La presenza in struttura di professionisti farà in modo di dare la giusta attenzione anche alla parte del corpo che deve guarire, come per esempio nel caso di chi abbia impiantato delle protesi anatomiche seno.

Il camping? Meglio il villaggio vacanze

Capiamo la voglia di scatenarsi in località dove sport e natura sono un tutt’uno, ma tra campeggio nei boschi e villaggio vacanze, se si è ancora convalescenti meglio preferire il secondo: questo vale non solo per le ragazze alle prese con le loro nuovissime protesi anatomiche al seno, ma anche per le operazioni al femore, ai legamenti, alle caviglie.

Come accennato, l’attività fisica di per sé non fa male, ma bisogna dosare le energie e in un ambiente remoto questo potrebbe non essere possibile. Per non parlare del rischio di piccole infezioni dove non c’è controllo della qualità dell’acqua e pulizia dell’ambiente.

Meglio prendersela con comoda allora, spendendo un po’ di più per un residence o un villaggio vacanze dove recuperare tono muscolare ed energie!

Vivere e rispettare il mare

Chi abita al mare sa che il litorale non è solo una spiaggia per fare il bagno durante l’estate, ma il cuore di un ecosistema delicato, che deve essere protetto. Anche se le direttive della politica possono avere un grande impatto sull’ambiente marino, anche le singole persone possono fare la loro parte.

Come comportarsi in spiaggia

Le regole da seguire sono davvero poche. È sufficiente non lasciare in giro sacchetti di plastica, bottiglie e rifiuti, che si dovrebbero buttare nei contenitori appositi. In mancanza di un sistema di raccolta di rifiuti, bisogna portarli via con sé. Le cicche delle sigarette ci mettono circa un anno a decomporsi nell’ambiente – senza filtro, dai 5 ai 12 anni col filtro -, e pensate che le bottigliette di plastica possono impiegare da 100 a 1000 anni. Ovvero, una volta inserite nell’ambiente, ci resteranno praticamente per sempre.

Quando portate acqua o bevande al mare, usate una riutilizzabile, magari con funzione di thermos, così potrete gustarvi una bibita fresca anche sotto il sole. “Sì” ai castelli di sabbia e “no” alla cattura e tortura dei piccoli animali che vivono sulle coste, come i granchi o i piccoli pesci che si avvicinano a riva. Insegnate invece ai bambini la meraviglia di osservare questi animali mentre si muovono liberi nel loro ambiente naturale.

Gite in barca

Se avete un piccolo motoscafo o un gommone, spegnete il motore ogni volta che ne avete la possibilità, e quando vi avvicinate a riva, proseguite a remi. Ciò è importante soprattutto quando vi accingete a visitare una caletta non raggiungibile via terra. Evitate di pulire la barca con prodotti dannosi per le acque. Sarebbe meglio inoltre sostituire la protezione a base di ossido di rame, che si usa per lo scafo a contatto con l’acqua, con alternative più green.

L’isola di plastica

Per avere un’idea dell’impatto dei rifiuti nei mari, è sufficiente guardare ad alcuni fenomeni che non sono solo preoccupanti, ma davvero spaventosi. Basti pensare che nell’Oceano Pacifico si è formata un’isola galleggiante composta quasi esclusivamente di rifiuti non biodegradabili delle dimensioni stimate di alcuni milioni di chilometri quadrati.

Sempre più meduse

Il numero delle meduse, negli ultimi anni, è cresciuto a dismisura, anche nelle acque del Mediterraneo. Ciò è causato dalla diminuzione dei grandi predatori, dovuto alla pesca intensiva e al riscaldamento climatico, che ha permesso la proliferazione di questi organismi anche in luoghi che in passato erano meno favorevoli.

I viaggi ecosostenibili

Se avete a cuore la conservazione del pianeta, avrete sicuramente sentito parlare di vacanze green. In anni recenti, questo concetto era ancora associato alla scelta di mete turistiche non sovraffollate, in modo da ridurre lo sfruttamento del territorio in aree molto battute. Ciò ha creato, in alcune zone, un effetto opposto a quello desiderato. Per esempio, la lontana Islanda era un tempo completamente fuori dalle rotte dei vacanzieri. Per i suoi paesaggi meravigliosi e per la sua crescente popolarità, è stata “scoperta” da un numero sempre maggiore di persone. Il turismo di massa non solo è parzialmente inviso ai locali, ma a quanto pare sta già iniziando a farsi sentire a livello ambientale.

La scelta della destinazione

E allora? Dove bisogna recarsi per non avere un impatto negativo sul nostro pianeta? La risposta non risiede tanto nella destinazione, quanto nell’impegno dell’industria turistica. Ormai ci sono molte strutture ricettive che hanno messo in atto una policy di riciclo e pochissimo spreco. Dagli hotel alimentati solo a energia solare o eolica, a quelli costruiti con materiali sostenibili, fino a coloro che hanno deciso di inserire nel menù solo cibi a km zero o comunque il cui utilizzo non pregiudica l’ecosistema, anzi in alcuni casi, lo aiuta.

È questo il caso delle Bahamas, dove un famoso resort propone diversi piatti a base del cosiddetto “pesce leone”, un specie invasiva, che quindi può essere pescata anche in grandi quantità senza compromette l’equilibrio marino. Nelle Galapagos, invece, tutte le strutture si stanno impegnando attivamente nel tentare di frenare il disboscamento. Per quanto riguarda l’approvvigionamento d’acqua, le ingenti necessità turistiche vengono soddisfatte con un efficiente sistema di riciclo dell’acqua piovana.

Chi è in cerca di soggiorno ecosostenibile, può anche rimanere in Italia! Sul Lago di Garda, che ha avuto un vero e proprio boom di presenze, confermandosi come una delle località maggiormente scelte anche da un turismo di alto livello, sono tanti gli hotel che hanno abbracciato la sostenibilità, soprattutto in senso energetico, nella riduzione delle emissioni nocive e della salvaguardia delle piante e della fauna del luogo. Poco più su, in Svizzera, è ormai normale che gli alberghi siano dotati di stazioni di ricarica delle auto elettriche, il cui utilizzo viene promosso anche nelle zone urbane.

Rispettare l’ambiente anche in città

Un approccio consapevole verso il mondo che ci circonda non deve solo riguardare le scelte e i comportamenti quando ci si trova immersi nella natura, ma anche quando si visita una nuova città. Continuare a riciclare adottando le norme richieste dal comune, rispettare i monumenti e le aree ricreative cittadine, usare la bici per spostarsi nei centri storici anziché provare a guidare l’auto per i vicoli: questi sono tutti atteggiamenti che favoriscono un minore impatto sulla zona che si desidera visitare.